domenica 25 gennaio 2015

1.03.2015 Bosco Incoronata. Se parlerai di me

   
   Mi aspetto che troviate i tasselli di legatura pura tra la poesia di Giuseppe Palumbo che verrà appresso poi letta come parola di mezzo ai detti lettori che legano amori tra i disgiunti pensieri strampalati. Che hanno cominciato a fare lettura dopo quest’inizio la fine mi sbaglio è difficile a destare i piaceri in versi dei tempi morti come di spiegazione a ieri canzone troppo dolce ma assolutamente mai stonati. Come la Cina traduce un gatto in inglese, il cane anima gli Italiane senza collare, perciò amare anche di ritardo va bene basta che arriva al cuore e, questo io lo so come i parenti amici e fidanzati che se ne andato. Tardi veramente con note diverse alla dissoluzione. - Curata e amata come quest’azione la canzone del vicinato amato per la stessa. Che già a scriverla è simile la stessa cosa! E mi scuso della coscienza staccata “eccola”!-scopri la Confusione. Essa vuole vivere la vita con cose particolari parole che mettono passione amore per quando i ricordi si affievoliscono e tra i pensieri soriti con mente estrosa diranno di quel paradosso e il giorno perseguiterà per colpa di quella che non è sola voce dell’altra notte o sera destinata per farla finito come un tranquillo corpo stellare cadente illumina la stravagante anima.  Capace in tutta forza di smuovere gli animi dimessi per cultura e linguaccia dei così ben versato nei detti miei personalizzati per chi vive di dentro e non vuole distaccarsi dal corpo sapiente. Vale a dire sia detto e fatto tutto come il saggio punisce.  Non mi aspetto niente per il nulla perfetto che si portò coscientemente mio fratello nell’ultimo dei figli e rimane parola finita nel sospiro- cercato all’inizio - poi torna incosciente e come uno scemo mi supera allontanandosi non solo dagli altri fratelli e sorella ma soprattutto da mia madre sotto esame come lo speciale poeta di un’anima che coinvolge qualche pensiero con parole di esperienza e che tutti probabilmente cantano le promesse di un nessuno per obiettivo. Fin qui nessun Dante voglio solo che compendiate la realtà con queste parole senza discorso grazie Verosimilmente ormai non è più piccola la grande figlia conosciuta nell’occasione di quando ho ricevuto il momento della poesia sostenuta come libro aperto alle radici.  Peppino malinconico sempre vicino alle vicissitudini della famiglia in particolare alla moglie Rosina che ha anima verso il marito. E non mette silenzio sui belli e attribuiti filosofi che aspettano - partecipando a parlare con questa presenza senza la nascosta parte che ognuno ha come maschera per vivere il teatro rimasto in versi bellissimi. Dichiara la sua cara moglie in assenza di pettegolezzi, finzioni e maschera che penso io all’attimo del senatore vissuto in conflitto con le mie strampalate a volte falciate da correzioni di come il maestro si possono permettere a distante dell’amico mio Luigi controllore di grammatica apparsa oggi in quest’anacoluto uscito senza correzione. Da molto tempo non impagino più ma camuffo tramite immagini e parole che a volte non sono le mie, ma le faccio vivere così. A quanto pare tutto sta nel mezzo a chi come me concerta parole confezionate. A volte non sempre chiare, ma fa il buon che trova e scrive. Poi diventa simile agli strampalati a ruota libera da far cadere ogni pettegolezzo. In casa editoriale degli intellettuali cercati tutti i pensieri raddoppiati così felicemente per emozioni diverse della mia ... che indossa e caratterizza il vestito del piccolo aiuto Will scheff. Dottore, senza citazioni particolari davvero sta voce non è in questa dichiarata argomentazione; di come Dante certo o sezione sull’argomento cantanti statunitensi con alcuni ingredienti senza vantaggio della cucina e ricetta da provare come chi scrive nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovò a dire che sta tutto qui tra il giorno la notte viceversa mangia parole come le mie di Dante. Eugenio Montale e Peppino in tre campane superati dal piatto che irrompe e mette alla prova il poeta messo a scrivere così. Antonio, non c’è molto ben riuscito come i pensatori e voce promesse come il peso del sale che riesce amaramente male, però vi garantisco che non esiste magia in questa poesia di Peppino <Giuseppe Palumbo>. Uomo che sorprende i grandiosi poeti da sette più che sufficiente “Il sale della vita” perché sono per me sensori di voce molto forte. I casi possibili ai versi concessi dalle voci di dentro decidono per la vita d'ognuno che è più giusto il qualunque con congiunzione e addizionali di uno più l'altro e ancora un'altra fanno tre campanelle perfette. E tranquille che ora ha scommesso su di me che lima questo pensiero per far capire il detto dei tanti il vero. Fantastiche illustrazioni su misura davvero con momenti così perfetti e piacciono i giorni di quando crea, in altre parole disegnano, dipinge, scrive poesie canta si potrebbe dire senza parole successo del momento speciale che ha avuto da Andrea Pacilli la grafia dell'anima felice dei giorni affidati all'autore che ha scritto tutto con amore. Si potrebbe dire Garganica bellissima per la sua poetica distinta. Che si trasforma in Eugenio Montale san cielo e, che, con grande sensibilità artistica, ha interpretato i valori umani sotto il simbolo di una visione della vita priva d’illusioni. (Motivazione del Premio Nobel per la Letteratura 1975. Eugenio Montale (Genova, 12 ottobre - Milano, 12 settembre 1981) è stato un poeta, giornalista, traduttore, critico musicale e scrittore Italiano, premio Nobel per la letteratura nel 1975. E pensando a questi miei due autori di vita vissuta affianco ai problemi dell’umanità m’ispiro per essere simili chiaramente io ignorante loro grandi studiosi d’insegnamento. Io imparo e cerco di vivere liberamente la parola per combattere le brutture e la povertà testimone di vita che è arrischio la croce divina.
Che risolve in sé il vero miracolo della parola quella onesta e giusta e che rappresenta la sua originale vita di un figlio appena nato e, vede. Adesso come un sant’uomo romantico per grafia e che mi piace il mio ex maestro scrivendo versi e nuovi modi per avvicinarsi pregando nella saggezza. Ottenendo il possibile interesse che si profuma e si odora d’alito come nessuna voce al mondo certo della sua parola. Che ascolta i poeti documentati in tutte le sue e, della gente comune e di tutta l’umanità centrale a Dio - custode di questa favola sono l’ex alunno che in un modo o nell’altro scrive commuovendo i figli della terra e il cielo dei poveri ricchi perfetti! Come il mio ex maestro c’è appunto dentro di me lo spirito di Eugenio Montale che è più completo, ma non per questo tolgo niente a Peppino che con il suo talento artistico poteva non solo superare se stesso per gli effetti che agiscono i poeti di sempre particolare la sua poesia. Consentitemi di non fare paragone perché ho paura di togliere l’anima a chi ha meno cultura di come me ignorante elementare insieme ai suoi pensieri regalo il poco scritto del mio stare con le loro parole. Grafia nella grafia bene! Una voce di controcanto a tre sestine di questo vicinato Eugenio che diversamente alla madre bella di tutte le stelle poeta di massima elevatore culturale pensieri messi su carta e giornale di libri annotati da dirle grazie a entrambi uomini felici per essere stata solo critico musicale e scrittore Italiano, addirittura forte come il premio nobel per la letteratura ricevuto nel periodo della nascita di mio figlio Pino Massimo un buon giornalista pieno, di libertà gli articoli. Il mio primo figlio nasceva quaranta anni fa esattamente nel lontano 1975. E qui sta Antonio l’ex alunno di questa sua a scrivere la fiaba del grande amore, intanto leggete questi pochi versi in Italiano e rispondete tramite me “cosa ha scritto”Peppino! Se parlerai di me e dopo di questa: riposizionatevi perché la fiaba è mia ed è originale per il vissuto perfetto. Adesso rileggete perché ci vuole ovviamente più parole per proseguire il cammino degli anni miei nei suoi 80 (ottanta) cucuzze! Vale a dire che Peppino ha 80 (ottant’anni) io invece finisco l’entrata dei 60 (sessant’anni) a Maggio il tredici c.m. di sicuro il 14 del Buon anno per la madonna ottengo il viaggio per scoprire i 61(sessant’uno) dei miei meravigliosi anni migliorati con il tempo di questo mondo creatore <Dio >.
Se parlerai di me
Mio testimone
nel tempo che verrà
che non m’appartiene
se parlerai di me
dì che amavo
i dirupi e gli anfratti
della mia montagna
ogni odore ed ogni sua pietra
e il mare e la sua gente
dove succhiai linfa di vita.
Dì che ero fiero
delle mie radici mai divelte
dal ventre della terra
che mi vide nascere.
Se parlerai di me
dì che t’amavo figlio
e quando ti chiederanno
s’ero ricco per questo
rispondi di si
mostrerai d’avermi compreso. Giuseppe Palumbo

L’ego d’Antonio si presenta dopo averla ascoltata con l’anima di sé questa sua che raccontava a se stesso il ripetitivo “Lorenzo Mione” (alias il poeta) di Manfredonia. Ieri pubblicata e scritta su face book.

    Tre fratellini e non parla di sé ma di una sorellina come le tante e qualunque simile bambina si trovarono nell’unico cuore di questo meraviglioso racconto. Non è la figlia di Peppino ma è l’anima di una lettura originale. Parola d’autore. Non è una storia, ma solo una lettura che ora si trova dentro questa favola. Ed è così che l’autore come tanti altri suoi simili hanno un tempo per pensare e vedere le giornate dell’umanità. Naturalmente è giorno e si fa notte che al tramonto dopo il riposo del sole l’alba fa spuntare la bambina molto conosciuta nel quartiere di questa vicina casa famiglia. Arrivata per pochi passi, si presentava dopo questa breve camminata dalla nonna di sua madre. Che ha 101anno; e come ognuno aveva ancora da imparare. Così quando questa bambina come ognuno e ovunque stava lì a bussare alla porta di questa vecchietta: gli chiese con animo della parola “una” cortesia! Chiedendogli quel po’ del suo fuocherello. La donna molto anziana rispose, dove lo devo mettere: hai un recipiente? E la bambina rispose cortesemente alla vecchietta. Prendi un po’ di cenere fredda e mettimela sulle mani. Poi prendi il tizzone di fuoco e fai la stessa cosa. In modo che io posso arrivare da mia madre. Che è tua nipote e scaldarli il cuore con il gesto più nobile avanti a una vampa di fuoco. Tanto amore ricevette le piccole e i grandi corpi di quella generazione antica. Un classico ascritto tanto alto e buono da far rileggere a chi una volta il cielo seppe capire la terra degli umani. Vale a dire che: il cocente fuoco portò alla vita di questa famiglia il caldo sentimento di chi a 101 anni aveva ancora da imparare. E, così la vecchietta imparò, la bambina si scaldò! La favola finì. Ora dopo aver letto questa bella e breve favola, sicuramente, Ti verrebbe da dire della gioia che procurò l’insegnamento … indole anima. Così tutti contenti e felici, non ebbero più freddo, come s’è capito – nel breve strampalato racconto. Fisicamente e in realtà lo spirito dell’amore scaldò il cuore con il sole del giorno Dio e il tizzone della notte che desto calore. Trasformando lo scopo di chi scrive molto spesso gli strampalati in applicazione - diventando fiamma di fuoco per tutta la generazione passata e da venire oggi ed è notte pregando ancora.


 E che se ne fotte! Lo so che son gabbiani ...nient'altro che: "FARFALLINA DI MAMMA"
Dicendogli le condizioni, la vita offre amore e pace per l'appropriata storia e, di fronte a quest’immagine angelica spirito di preghiera dell’artista mi viene da scrivere agli altri senza sospetto. E, come me che si vogliono esprimere ancora oggi, difendi il corpo per un mondo migliore e incontri sempre l'angelo cestode!Gli attimi di solitudine
che nella vita
colpiscono un po’ tutti.
Oggi il fatale destino
ha voluto colpire me.
Come tale
io uomo solo
in preda di tale crudele destino
ha scelto te
come immagine;
rimembrando gli attimi più belli vissuti al tuo fianco.

Dovute alle peripezie della vita, ai tanti eventi: 
Ah Lollato! E come si ride! Si chiama risata“ e si chiama così e basta”- Perché? Perché! Non è importante fare domande - basta solo la parola: per fede - ma non ci sballa a tutti quanti! Abbi fede e vedrai … non hai altro da dire? Sì qualche ricordino a parola della nonna marijuana ricordo della pianta tutela di questo podestà! E che se ne fotte! Basta che è Parola arrivata dalla spiritosa e briosa canna da lei piantata e consumata come una birra spumosa sinuosa dal gusto morbido dolce e corposa come il qualcuno che Ha Lollato!
Non scrivo una semplice genealogia araldica o pensatrice che prende ... perché è la mente individuale di un vero stravagante punto di un corpo particolare, anima di nazionalità Italiana. E, si sente, in questa terra della quale ha messo origine e, che ha per tuttora messo il suo naturale terreno in modo tale da vivere e scrivere come gli antenati. - Cognomi indifferenti e differenti ereditato dagli emersi papà. Esattamente importante l’entrata del padre di mio nonno.  Che sono ora i miei pensieri del momento a proposito della scelta. A prescindere se stesso versa parole per fare da corona uscendo dalla poesia di bandiera. E sera, senza cantar versi di quello che vale per musica che non c’è in questo tricolore l’annotata nota sull’amore. Di un Re che Mi Fa tuttora dire Sol da padre sposato Do questa è semplicemente coniugata per La lettura a farla Si come Do ha detto.
La mia umiltà a volte diventa presunzione sulla conoscenza in genere - pende per memoria a capire il motivo. Che probabilmente accerta e scrive su di sé i dati e scatta foto sulla sua vera natura umana. Esattamente accresce il passaggio di questo smemorato contrassegnato per fiducia dall’amico Luigi Rignanese. Che per scelta scrive di me il confronto oggettivo di come scrive, evidente che riguarda (lo strampalato) e questo ci sta: dopo di tutto già mio cognato Matteo Troiano lo ricordava spesso a mia moglie e figli che poi a sua volta affermavano quanto detto dal marito di mia cognata Pina Pellegrino sorella della mia Palindroma <ANNA>. Tutto questo non mi scoraggia tanto che io continuo con le mie ricerche e passione nello scrivere traendo quel desiderio di voler per forza scrivere qualcosa ogni mattina o sera prima di andare a letto. Un vero desiderio che io chiamo malattia di presunzione. Ecco perché la mia umiltà va a farsi imbrogliare. E che ce ne fotte! Son fatto così, anche se mi piace, più leggere non vuol dire che meno all’origine questa mia mania superlativa a scrivere sempre niente di sostanza. In particolare sul nulla trovato dei giorni ... a testimoniare la “luce”. Posso però a mio solare e modesto modo raggirare con chi sa apprendere la giornata. E quindi è sempre poco piacevole dare il parere favorevole; a chi, anche non leggendo tanto scrive molto per autobiografia. Molti artisti attori di cinema e teatro per presentazione televisiva hanno fatto tale ragionamento conquistando il computer. Vale a dire comprato e messo in soffitta a pensare che da solo senza averlo mai montato e acceso doveva scrivere i suoi pensieri. E penso a Claudio Bisio! Basta leggere un suo libro per capire le cose mie. Per il desiderio di voler per forza strampalare a modo di creazione di nulla “momento per pensare”: da giovane sono andato a scuola di teatro in Monte S. Angelo, dove arrivava il regista Ferraiolo che impartiva a tutti noi lezione di gesticolazioni del corpo e parola di bacio comunicativo. Comportamento in società che mi ha portato con mia cognata Lucia e il fratello mio maggiore <Vito> in più ha avuto la partecipazione di mia moglie in una manifestazione carnevalesca e folkloristico spettacolo in radio e in mezzo per la strada tra le vie della totale “città” a Manfredonia - Monte S. Angelo paese mio Natale. Ero ritenuto da tutti un buon manifestante politico per ribellione, più di tutto! E non per capacità intellettive. Agli insiemi intellettuali e, di tutte queste mie e per questo assumono la fine è il mio inizio. Mi sono sentito sempre orgoglioso di appartenere a persone volenterose di cambiare un certo sistema di quegli automatismi politici. Politica di sinistra “cambiata molto proprio come la mia simile “nasco di sinistra ma oggi non so più, che pasta o pane sono un frutto. Che ha capito il dolce gusto dell’amaro senza biscotto. Più umile di così la presunzione prende il momento che aspetto di questi falsi – non nutrivo solo la passione politica. Difatti con uno dei miei compagni di partito scherzammo abbastanza da cercare seriamente l’ipotesi umoristica ironica e, brillantemente ci mettemmo a scrivere. Scrivevamo lettere come ultima trovata sulla specie di pesce d’aprile. E ne avevamo discusso così una volta l’ho invitato per costruire una per mia moglie. E quelle lettere mi sono rimasta nella mente come pesce d’aprile che confermo era indirizzato all’amore mio madre dei miei due figli. Infatti, non disdegnavo per niente dello scrivere a mia moglie che mi apriva l’ispirazione e che nello stesso momento chiudeva la falsa parola accumulata e voluta in funzione dello spirito e conversione di atteggiamenti personale. A volte queste cose così aperte e libere m’ingabbiano, m’inchiodano per non invadere il rapporto sulla persona, anche se conoscendola e, non ha niente a che vedere: esce scrivendo che era considerato uomo fuori, con una mente estrosa. Ora vedete voi e leggete quanto scrivemmo con il compagno che traccia solo il cognome per la privasi <Rignanese> in sezione: falce e martello. Di quel lontano tempo anni 70 – 80. Gli attimi di solitudine che nella vita colpiscono un po’ tutti. Oggi il fatale destino ha voluto colpire me. Come tale io uomo solo in preda di tale crudele destino ha scelto te come immagine; rimembrando gli attimi più belli vissuti al tuo fianco. Dovute alle peripezie della vita, ai tanti eventi: 
Oggi questo compagno forte e simpatico lavora in Ospedale come infermiere e sapendo che è bravo gli offro il saluto. Anche perché mi fermo qui per non farvi venire il mal di testa di come l’amico mio Partenopea mi ricorda sempre <Salvatore Maione>. Persona che io stimo molto e che ho avuto sempre il piacere di scrivere tanto che molto stanca così diceva. Io continuo ad avere sempre questi desideri e passioni per lo scritto in lettura di comunicazione sociale.
                                                              Antonio Tomaiuolo
                                                               Nella via di mezza---------------------Condivido per farvi leggere la mia che non è solo curiosità, desiderio di scrivere per piacermi un po’ di più. Con troppe parole e poco contenuto? Non direi se penso a Sanremo e agli angeli che si differenziano sempre dopo Sanremo, unisce gli angeli. Angeli sempre più santi sulla terra dei traditori che già si nascono per morire nel peccato di essere diventato uomo di donna. Detto questo lascio a tutti la mia passione non per diventare santo che già sono come voi ma per crescere in quella riserva d’umanità anche un po’ … a dire: e che ce ne fotte! Ruba ed emotivo. Nuovo imbroglio sta già nella partenza della lingua-felicità! E sentendosi bussare alla porta; il padre Celeste ascolterà con il nostro cuore ogni cambiamento ossimoro alla tristezza peccato sparito finché morta non c’è più ultima mia passa alla preghiera di non voler essere immortalato o non morire mai so di lasciare il più tardi possibile questo corpo malato e salire come l’acqua della vita sulla stella madre come fedeltà di diritto da Dio. Che è dentro di ognuno di noi il sentito - certamente, la sua presenza per continuare a credere agli angeli – santi sulla terra dalla prima generazione. Non ti fermare mai a credere a questo cielo che ti fabbricherà, costruirà per quando tornerai a casa sparendo dalla convinzione d’essere morto. Perché non c’è morta se non c’è la vita e viceversa parola canta a Sanremo. Come ospite della speranza non per l’ultima a morire ma per nascere in questo rispetto che avviene dai musical degli angeli <Biagio Antonacci>. Gente folle per credere alle rispettive campane dei tuoni e lampi a modo di Dio io ho sentito e credo senza lì come e senza lì perché c’è sempre un motivo per credere a Dio e a Sanremo, dimostrabile da quest’ascolto libero come l’unica nuvola timida e a volte feroce non come il fiore che è "chiave di luce per vedere" di pensare sicuramente tra le stelle un solare amore. Siamo fatti per amare ma quando ci sta, la bestia selvaggia di come oggi avviene con la parola “universale” amorevole accompagnata, senza umanità. Grazie agli angeli possiamo spogliare il dio nato nudo per essere con la gente rimanendo nessuno. Questa è la risposta di chi correrà da Dio a prendere la gioia della serena felicità. Felicità!

Alla ZUMBAFUSSE
Lo strampalato si scrive dall’alta parola dell’uomo che senza arrampicarsi arriva giù per terra a guardare … e lo fa come si trascrive il proprio appellativo come ricordo di un amico importante diario - naturalmente vive di queste cose un po’ alla “ZUMBAFUSSE”. Come lì pensa a così le scrive … dopo una lunga lettura …
    La natura come tempo ci può dare più insegnamento di quanto gli insegnanti autori di libri. Le pagine ascritti nei libri è mente e braccia dell’uomo. Che pur avendo letto o scritto della biologia l’intelligenza che al momento non sfrutta come la natura di questa vita sfuggita. Come risultato di Dio sia giusto scrivere che l’umanità dimostra a rispondere che l’uomo perfetto, non può fare qualche virgola, d’errore, diversamente al saggista. Che pensa secondo la parola di Dio. Troviamo per via natura lo spirito santo corpo che sa essere più vicino al punto della perfezione. Il tempo è quella cosa che il Dio ha voluto alla perfezione. Quindi come il verbo è perfetto nella sua azione, la natura segue la sua creazione. Tutto è nello spirito del padre eterno madre della reale vegetazione. In realtà questa natura terrena tiene, minerale, animale, uomo di donne nella totale forma di vita e storia stupenda - così vissuta dai tempi dell’umanità.
    Perciò affrettati mio Lucilio e considera ogni giorno una vita perché tutto ciò che gira intorno all’universo sarà da lei rapita. <tutto è rapina> Così non m’importa se vivo in funzione dello ZUMBAFUSSE. Permette alla cultura degli Italiani che vivono nel paese della loro lingua effettiva. Però non è stato sempre così; infine  prima d’ora il sentito vernacolo dell’epoca si preferiva ricordare come parola naturale del paese scopo che è sconosciuto oggi ai nostri profondi animi e figli  della storia.

Alla ZUMBAFUSSE ALLA ZERAMBAMBA’ mi sono sempre presentato per quello che sono e non per L’uomo che: a sua volta succede ma non sempre accade che può controllare le proprie emozioni. Così oggi mi riscrivo comportandomi nuovamente come mi hanno definito nella vergognosa parola di vita U”ZERAMBAMBA’ Bene! Tutto questo si trova alla base della mia giocata parola sapienza. L’uomo per davvero può controllare le proprie emozioni? Diciamola che: solo se ha la forza di credere in quello che rispetta e fa. E facendo con forza porta coraggio alla resistenza del male e così via esattamente. Quindi se dovesse capitare che un amico ti porta l’appellativo <ZUMBAFUSSE> “ALLA ZERAMBAMBA’” ideale al militare in guerra che non deve direttamente parlare in lingua al suo paese ma ti prende come un fiume in piena o con il fucile di servizio - puntandotelo nel significativo “addosso” con la minaccia di ucciderti. Cosa si fa: il minacciato può solo avere fede in quella forza di conoscenza da controllare l’emozione della paura resistendo tranquillamente all’azione del’aggressore sapendosi spiritualmente tranquillo, non ha bisogno delle parole che arrivano alla “ZUMBAFUSSE” Alias U”ZERAMBAMBA’.