Che risolve in sé il vero miracolo della parola quella onesta e giusta e che rappresenta la sua originale vita di un figlio appena nato e, vede. Adesso come un sant’uomo romantico per grafia e che mi piace il mio ex maestro scrivendo versi e nuovi modi per avvicinarsi pregando nella saggezza. Ottenendo il possibile interesse che si profuma e si odora d’alito come nessuna voce al mondo certo della sua parola. Che ascolta i poeti documentati in tutte le sue e, della gente comune e di tutta l’umanità centrale a Dio - custode di questa favola sono l’ex alunno che in un modo o nell’altro scrive commuovendo i figli della terra e il cielo dei poveri ricchi perfetti! Come il mio ex maestro c’è appunto dentro di me lo spirito di Eugenio Montale che è più completo, ma non per questo tolgo niente a Peppino che con il suo talento artistico poteva non solo superare se stesso per gli effetti che agiscono i poeti di sempre particolare la sua poesia. Consentitemi di non fare paragone perché ho paura di togliere l’anima a chi ha meno cultura di come me ignorante elementare insieme ai suoi pensieri regalo il poco scritto del mio stare con le loro parole. Grafia nella grafia bene! Una voce di controcanto a tre sestine di questo vicinato Eugenio che diversamente alla madre bella di tutte le stelle poeta di massima elevatore culturale pensieri messi su carta e giornale di libri annotati da dirle grazie a entrambi uomini felici per essere stata solo critico musicale e scrittore Italiano, addirittura forte come il premio nobel per la letteratura ricevuto nel periodo della nascita di mio figlio Pino Massimo un buon giornalista pieno, di libertà gli articoli. Il mio primo figlio nasceva quaranta anni fa esattamente nel lontano 1975. E qui sta Antonio l’ex alunno di questa sua a scrivere la fiaba del grande amore, intanto leggete questi pochi versi in Italiano e rispondete tramite me “cosa ha scritto”Peppino! Se parlerai di me e dopo di questa: riposizionatevi perché la fiaba è mia ed è originale per il vissuto perfetto. Adesso rileggete perché ci vuole ovviamente più parole per proseguire il cammino degli anni miei nei suoi 80 (ottanta) cucuzze! Vale a dire che Peppino ha 80 (ottant’anni) io invece finisco l’entrata dei 60 (sessant’anni) a Maggio il tredici c.m. di sicuro il 14 del Buon anno per la madonna ottengo il viaggio per scoprire i 61(sessant’uno) dei miei meravigliosi anni migliorati con il tempo di questo mondo creatore <Dio >.
Se parlerai di me
Mio testimone
nel tempo che verrà
che non m’appartiene
se parlerai di me
dì che amavo
i dirupi e gli anfratti
della mia montagna
ogni odore ed ogni sua pietra
e il mare e la sua gente
dove succhiai linfa di vita.
Dì che ero fiero
delle mie radici mai divelte
dal ventre della terra
che mi vide nascere.
Se parlerai di me
dì che t’amavo figlio
e quando ti chiederanno
s’ero ricco per questo
rispondi di si
mostrerai d’avermi compreso. Giuseppe Palumbo
L’ego d’Antonio si presenta dopo averla ascoltata con l’anima di sé questa sua che raccontava a se stesso il ripetitivo “Lorenzo Mione” (alias il poeta) di Manfredonia. Ieri pubblicata e scritta su face book.
Tre fratellini e non parla di sé ma di una sorellina come le tante e qualunque simile bambina si trovarono nell’unico cuore di questo meraviglioso racconto. Non è la figlia di Peppino ma è l’anima di una lettura originale. Parola d’autore. Non è una storia, ma solo una lettura che ora si trova dentro questa favola. Ed è così che l’autore come tanti altri suoi simili hanno un tempo per pensare e vedere le giornate dell’umanità. Naturalmente è giorno e si fa notte che al tramonto dopo il riposo del sole l’alba fa spuntare la bambina molto conosciuta nel quartiere di questa vicina casa famiglia. Arrivata per pochi passi, si presentava dopo questa breve camminata dalla nonna di sua madre. Che ha 101anno; e come ognuno aveva ancora da imparare. Così quando questa bambina come ognuno e ovunque stava lì a bussare alla porta di questa vecchietta: gli chiese con animo della parola “una” cortesia! Chiedendogli quel po’ del suo fuocherello. La donna molto anziana rispose, dove lo devo mettere: hai un recipiente? E la bambina rispose cortesemente alla vecchietta. Prendi un po’ di cenere fredda e mettimela sulle mani. Poi prendi il tizzone di fuoco e fai la stessa cosa. In modo che io posso arrivare da mia madre. Che è tua nipote e scaldarli il cuore con il gesto più nobile avanti a una vampa di fuoco. Tanto amore ricevette le piccole e i grandi corpi di quella generazione antica. Un classico ascritto tanto alto e buono da far rileggere a chi una volta il cielo seppe capire la terra degli umani. Vale a dire che: il cocente fuoco portò alla vita di questa famiglia il caldo sentimento di chi a 101 anni aveva ancora da imparare. E, così la vecchietta imparò, la bambina si scaldò! La favola finì. Ora dopo aver letto questa bella e breve favola, sicuramente, Ti verrebbe da dire della gioia che procurò l’insegnamento … indole anima. Così tutti contenti e felici, non ebbero più freddo, come s’è capito – nel breve strampalato racconto. Fisicamente e in realtà lo spirito dell’amore scaldò il cuore con il sole del giorno Dio e il tizzone della notte che desto calore. Trasformando lo scopo di chi scrive molto spesso gli strampalati in applicazione - diventando fiamma di fuoco per tutta la generazione passata e da venire oggi ed è notte pregando ancora.
Dicendogli le condizioni, la vita offre amore e pace
per l'appropriata storia e, di fronte a quest’immagine angelica spirito di
preghiera dell’artista mi viene da scrivere agli altri senza sospetto. E, come
me che si vogliono esprimere ancora oggi, difendi il corpo per un mondo
migliore e incontri sempre l'angelo cestode!Gli attimi di solitudine
che nella vita
colpiscono un po’ tutti.
Oggi il fatale destino
ha voluto colpire me.
Come tale
io uomo solo
in preda di tale crudele destino
ha scelto te
come immagine;
rimembrando gli attimi più belli vissuti al tuo
fianco.
Dovute alle peripezie della vita, ai tanti eventi:
Ah Lollato! E come si ride! Si chiama risata“ e si
chiama così e basta”- Perché? Perché! Non è importante fare domande - basta
solo la parola: per fede - ma non ci sballa a tutti quanti! Abbi fede e vedrai
… non hai altro da dire? Sì qualche ricordino a parola della nonna marijuana
ricordo della pianta tutela di questo podestà! E che se ne fotte! Basta che è
Parola arrivata dalla spiritosa e briosa canna da lei piantata e consumata come
una birra spumosa sinuosa dal gusto morbido dolce e corposa come il qualcuno
che Ha Lollato!
Non scrivo una semplice genealogia araldica o
pensatrice che prende ... perché è la mente individuale di un vero stravagante
punto di un corpo particolare, anima di nazionalità Italiana. E, si sente, in
questa terra della quale ha messo origine e, che ha per tuttora messo il suo
naturale terreno in modo tale da vivere e scrivere come gli antenati. - Cognomi
indifferenti e differenti ereditato dagli emersi papà. Esattamente importante
l’entrata del padre di mio nonno. Che
sono ora i miei pensieri del momento a proposito della scelta. A prescindere se
stesso versa parole per fare da corona uscendo dalla poesia di bandiera. E
sera, senza cantar versi di quello che vale per musica che non c’è in questo
tricolore l’annotata nota sull’amore. Di un Re che Mi Fa tuttora dire Sol da
padre sposato Do questa è semplicemente coniugata per La lettura a farla Si come
Do ha detto.
La mia umiltà a volte diventa presunzione sulla
conoscenza in genere - pende per memoria a capire il motivo. Che probabilmente
accerta e scrive su di sé i dati e scatta foto sulla sua vera natura umana.
Esattamente accresce il passaggio di questo smemorato contrassegnato per
fiducia dall’amico Luigi Rignanese. Che per scelta scrive di me il confronto oggettivo
di come scrive, evidente che riguarda (lo strampalato) e questo ci sta: dopo di
tutto già mio cognato Matteo Troiano lo ricordava spesso a mia moglie e figli
che poi a sua volta affermavano quanto detto dal marito di mia cognata Pina
Pellegrino sorella della mia Palindroma <ANNA>. Tutto questo non mi
scoraggia tanto che io continuo con le mie ricerche e passione nello scrivere
traendo quel desiderio di voler per forza scrivere qualcosa ogni mattina o sera
prima di andare a letto. Un vero desiderio che io chiamo malattia di
presunzione. Ecco perché la mia umiltà va a farsi imbrogliare. E che ce ne
fotte! Son fatto così, anche se mi piace, più leggere non vuol dire che meno all’origine
questa mia mania superlativa a scrivere sempre niente di sostanza. In
particolare sul nulla trovato dei giorni ... a testimoniare la “luce”. Posso
però a mio solare e modesto modo raggirare con chi sa apprendere la giornata. E
quindi è sempre poco piacevole dare il parere favorevole; a chi, anche non
leggendo tanto scrive molto per autobiografia. Molti artisti attori di cinema e
teatro per presentazione televisiva hanno fatto tale ragionamento conquistando
il computer. Vale a dire comprato e messo in soffitta a pensare che da solo senza
averlo mai montato e acceso doveva scrivere i suoi pensieri. E penso a Claudio Bisio!
Basta leggere un suo libro per capire le cose mie. Per il desiderio di voler
per forza strampalare a modo di creazione di nulla “momento per pensare”: da
giovane sono andato a scuola di teatro in Monte S. Angelo, dove arrivava il
regista Ferraiolo che impartiva a tutti noi lezione di gesticolazioni del corpo
e parola di bacio comunicativo. Comportamento in società che mi ha portato con
mia cognata Lucia e il fratello mio maggiore <Vito> in più ha avuto la
partecipazione di mia moglie in una manifestazione carnevalesca e folkloristico
spettacolo in radio e in mezzo per la strada tra le vie della totale “città” a
Manfredonia - Monte S. Angelo paese mio Natale. Ero ritenuto da tutti un buon
manifestante politico per ribellione, più di tutto! E non per capacità
intellettive. Agli insiemi intellettuali e, di tutte queste mie e per questo assumono
la fine è il mio inizio. Mi sono sentito sempre orgoglioso di appartenere a persone
volenterose di cambiare un certo sistema di quegli automatismi politici. Politica
di sinistra “cambiata molto proprio come la mia simile “nasco di sinistra ma
oggi non so più, che pasta o pane sono un frutto. Che ha capito il dolce gusto
dell’amaro senza biscotto. Più umile di così la presunzione prende il momento
che aspetto di questi falsi – non nutrivo solo la passione politica. Difatti
con uno dei miei compagni di partito scherzammo abbastanza da cercare
seriamente l’ipotesi umoristica ironica e, brillantemente ci mettemmo a
scrivere. Scrivevamo lettere come ultima trovata sulla specie di pesce d’aprile.
E ne avevamo discusso così una volta l’ho invitato per costruire una per mia
moglie. E quelle lettere mi sono rimasta nella mente come pesce d’aprile che
confermo era indirizzato all’amore mio madre dei miei due figli. Infatti, non
disdegnavo per niente dello scrivere a mia moglie che mi apriva l’ispirazione e
che nello stesso momento chiudeva la falsa parola accumulata e voluta in
funzione dello spirito e conversione di atteggiamenti personale. A volte queste
cose così aperte e libere m’ingabbiano, m’inchiodano per non invadere il
rapporto sulla persona, anche se conoscendola e, non ha niente a che vedere:
esce scrivendo che era considerato uomo fuori, con una mente estrosa. Ora
vedete voi e leggete quanto scrivemmo con il compagno che traccia solo il
cognome per la privasi <Rignanese> in sezione: falce e martello. Di quel
lontano tempo anni 70 – 80. Gli attimi di solitudine che nella vita colpiscono
un po’ tutti. Oggi il fatale destino ha voluto colpire me. Come tale io uomo
solo in preda di tale crudele destino ha scelto te come immagine; rimembrando
gli attimi più belli vissuti al tuo fianco. Dovute alle peripezie della vita,
ai tanti eventi:
Oggi questo compagno forte e simpatico lavora in
Ospedale come infermiere e sapendo che è bravo gli offro il saluto. Anche
perché mi fermo qui per non farvi venire il mal di testa di come l’amico mio
Partenopea mi ricorda sempre <Salvatore Maione>. Persona che io stimo
molto e che ho avuto sempre il piacere di scrivere tanto che molto stanca così
diceva. Io continuo ad avere sempre questi desideri e passioni per lo scritto
in lettura di comunicazione sociale.
Antonio TomaiuoloNella via di mezza---------------------Condivido per farvi leggere la mia che non è solo curiosità, desiderio di scrivere per piacermi un po’ di più. Con troppe parole e poco contenuto? Non direi se penso a Sanremo e agli angeli che si differenziano sempre dopo Sanremo, unisce gli angeli. Angeli sempre più santi sulla terra dei traditori che già si nascono per morire nel peccato di essere diventato uomo di donna. Detto questo lascio a tutti la mia passione non per diventare santo che già sono come voi ma per crescere in quella riserva d’umanità anche un po’ … a dire: e che ce ne fotte! Ruba ed emotivo. Nuovo imbroglio sta già nella partenza della lingua-felicità! E sentendosi bussare alla porta; il padre Celeste ascolterà con il nostro cuore ogni cambiamento ossimoro alla tristezza peccato sparito finché morta non c’è più ultima mia passa alla preghiera di non voler essere immortalato o non morire mai so di lasciare il più tardi possibile questo corpo malato e salire come l’acqua della vita sulla stella madre come fedeltà di diritto da Dio. Che è dentro di ognuno di noi il sentito - certamente, la sua presenza per continuare a credere agli angeli – santi sulla terra dalla prima generazione. Non ti fermare mai a credere a questo cielo che ti fabbricherà, costruirà per quando tornerai a casa sparendo dalla convinzione d’essere morto. Perché non c’è morta se non c’è la vita e viceversa parola canta a Sanremo. Come ospite della speranza non per l’ultima a morire ma per nascere in questo rispetto che avviene dai musical degli angeli <Biagio Antonacci>. Gente folle per credere alle rispettive campane dei tuoni e lampi a modo di Dio io ho sentito e credo senza lì come e senza lì perché c’è sempre un motivo per credere a Dio e a Sanremo, dimostrabile da quest’ascolto libero come l’unica nuvola timida e a volte feroce non come il fiore che è "chiave di luce per vedere" di pensare sicuramente tra le stelle un solare amore. Siamo fatti per amare ma quando ci sta, la bestia selvaggia di come oggi avviene con la parola “universale” amorevole accompagnata, senza umanità. Grazie agli angeli possiamo spogliare il dio nato nudo per essere con la gente rimanendo nessuno. Questa è la risposta di chi correrà da Dio a prendere la gioia della serena felicità. Felicità!
Lo strampalato si scrive dall’alta parola dell’uomo che
senza arrampicarsi arriva giù per terra a guardare … e lo fa come si trascrive
il proprio appellativo come ricordo di un amico importante diario -
naturalmente vive di queste cose un po’ alla “ZUMBAFUSSE”. Come lì pensa a così
le scrive … dopo una lunga lettura …
La natura come
tempo ci può dare più insegnamento di quanto gli insegnanti autori di libri. Le
pagine ascritti nei libri è mente e braccia dell’uomo. Che pur avendo letto o
scritto della biologia l’intelligenza che al momento non sfrutta come la natura
di questa vita sfuggita. Come risultato di Dio sia giusto scrivere che
l’umanità dimostra a rispondere che l’uomo perfetto, non può fare qualche
virgola, d’errore, diversamente al saggista. Che pensa secondo la parola di
Dio. Troviamo per via natura lo spirito santo corpo che sa essere più vicino al
punto della perfezione. Il tempo è quella cosa che il Dio ha voluto alla
perfezione. Quindi come il verbo è perfetto nella sua azione, la natura segue
la sua creazione. Tutto è nello spirito del padre eterno madre della reale
vegetazione. In realtà questa natura terrena tiene, minerale, animale, uomo di
donne nella totale forma di vita e storia stupenda - così vissuta dai tempi
dell’umanità.
Perciò affrettati
mio Lucilio e considera ogni giorno una vita perché tutto ciò che gira intorno
all’universo sarà da lei rapita. <tutto è rapina> Così non m’importa se
vivo in funzione dello ZUMBAFUSSE. Permette alla cultura degli Italiani che
vivono nel paese della loro lingua effettiva. Però non è stato sempre così;
infine prima d’ora il sentito vernacolo dell’epoca
si preferiva ricordare come parola naturale del paese scopo che è sconosciuto oggi
ai nostri profondi animi e figli della
storia.
Alla ZUMBAFUSSE ALLA ZERAMBAMBA’ mi sono sempre presentato
per quello che sono e non per L’uomo che: a sua volta succede ma non sempre
accade che può controllare le proprie emozioni. Così oggi mi riscrivo
comportandomi nuovamente come mi hanno definito nella vergognosa parola di vita
U”ZERAMBAMBA’ Bene! Tutto questo si trova alla base della mia giocata parola
sapienza. L’uomo per davvero può controllare le proprie emozioni? Diciamola
che: solo se ha la forza di credere in quello che rispetta e fa. E facendo con
forza porta coraggio alla resistenza del male e così via esattamente. Quindi se
dovesse capitare che un amico ti porta l’appellativo <ZUMBAFUSSE> “ALLA
ZERAMBAMBA’” ideale al militare in guerra che non deve direttamente parlare in
lingua al suo paese ma ti prende come un fiume in piena o con il fucile di
servizio - puntandotelo nel significativo “addosso” con la minaccia di
ucciderti. Cosa si fa: il minacciato può solo avere fede in quella forza di
conoscenza da controllare l’emozione della paura resistendo tranquillamente all’azione
del’aggressore sapendosi spiritualmente tranquillo, non ha bisogno delle parole
che arrivano alla “ZUMBAFUSSE” Alias U”ZERAMBAMBA’.