sabato 30 novembre 2013

esperienza bella

Per te sono stati un’esperienza bella e indimenticabile quei giorni vicino ai figli. Per me meglio non scrivere ho dovuto lavorare mantenendo e curandolo il primo figlio. La fortuna è stata quella vicinanza…che meglio non scoprire gli altri. Di fatto si potrebbe scrivere di quell’esperimento romanzato, ma non verbalizzato per bisogno e per cultura. Qual è stata la differenza più forte in quel momento. In particolare fu mia cognata Lucia a fare la grande donna differenziandosi dalle altre famiglie. Fu lei a prendersi cura di Pino Massimo. Non sapevo più che fare è stato il fato a mandarmela a casa quando io ero fuori dal domicilio. Fin qui si capisce la minaccia di quando mia moglie lavorava fuori. Io ero l’unico che potevo tenere il bambino. Rispondere a questa esigenza è stata molto pesante per me che dovevo cucinare, pulire la casa e, andare a lavorare. E’ stato un periodo che affianca la nostra abitudine di leggere con passione i romanzi magari è bello raccontare.  Di quest’uomo e, non vivere quell’esistenza che pure è buona fare tutta quell’esperienza. Della casa posso raccontare il primo episodio, solo per sentirmi vicino alle donne che amo più della mia stessa esistenza e a questa categoria di persona che voglio dedicare il pensiero unico. Qual è questo sentimento libero che scrive: facendolo vivere da solo la cosa dopo una ventina di giorni nel primo mese che mia moglie si trasferiva a lavorare a Como. Io restavo con mio figlio; allora avevamo solo un Pino Massimo.

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