Per te sono stati
un’esperienza bella e indimenticabile quei giorni vicino ai figli. Per me
meglio non scrivere ho dovuto lavorare mantenendo e curandolo il primo figlio.
La fortuna è stata quella vicinanza…che meglio non scoprire gli altri. Di fatto
si potrebbe scrivere di quell’esperimento romanzato, ma non verbalizzato per
bisogno e per cultura. Qual è stata la differenza più forte in quel momento. In
particolare fu mia cognata Lucia a fare la grande donna differenziandosi dalle
altre famiglie. Fu lei a prendersi cura di Pino Massimo. Non sapevo più che
fare è stato il fato a mandarmela a casa quando io ero fuori dal domicilio. Fin
qui si capisce la minaccia di quando mia moglie lavorava fuori. Io ero l’unico
che potevo tenere il bambino. Rispondere a questa esigenza è stata molto
pesante per me che dovevo cucinare, pulire la casa e, andare a lavorare. E’
stato un periodo che affianca la nostra abitudine di leggere con passione i
romanzi magari è bello raccontare. Di
quest’uomo e, non vivere quell’esistenza che pure è buona fare tutta
quell’esperienza. Della casa posso raccontare il primo episodio, solo per
sentirmi vicino alle donne che amo più della mia stessa esistenza e a questa
categoria di persona che voglio dedicare il pensiero unico. Qual è questo
sentimento libero che scrive: facendolo vivere da solo la cosa dopo una ventina
di giorni nel primo mese che mia moglie si trasferiva a lavorare a Como. Io
restavo con mio figlio; allora avevamo solo un Pino Massimo.
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