sabato 30 novembre 2013


Il fotoromanzo aveva conosciuto il momento di massimo splendore proprio negli anni 70, di pari passo al successo di questo incredibile personaggio, amato sia dalle donne che dagli uomini; Franco era molto più di due bellissimi occhi verdi, era l’amico che tutti avremmo voluto avere, un uomo alla mano e di sanissimi principi. I colpi di testa li riservava Descrizione: Franco Gasparrisoltanto alle pagine dei fotoromanzi, dove ad ogni avventura aveva accanto  una partner diversa, sempre brava e bellissima: Michela Roc, Paola Pitti, Katiuscia, Barbara De Rossi, Claudia Rivelli, sua sorella Francesca, anche lei passata al cinema con successo con lo pseudonimo di Ornella Muti. Nel fotoromanzo preferito da Franco "troppo piccola per l’amore", Ornella ha solo quattordici anni. In circa dieci anni di lavoro alla Lancio, Franco ha interpretato 429 fotoromanzi, di cui 390 da protagonista. I suoi personaggi sono stati di ogni tipo: dal falegname al dirigente di industria, dallo scrittore all'’investigatore privato. Franco li studiava nei minimi particolari, per dare sempre il meglio di sè e  perchè credeva moltissimo nel fotoromanzo e voleva dimostrare a tutti che era un genere che si era culturalmente molto elevato dai primi e criticati "giornaletti per massaie" degli anni 50. In quegli anni si fece un sondaggio per votare l'uomo più bello e amato d'Italia. Il sondaggio fu vinto da Franco, ma in Tv fecero risultare vincitore Marcello Mastroianni, perchè era più conosciuto al pubblico del cinema e della Tv.
Franco era un simbolo degli anni 70, non a caso era stato eletto uno dei primi cinque uomini di successo italiani di quegli anni, riceveva migliaia di lettere e nella sua bella casa di Via Gregorio VII, vicino a S. Pietro, le conservava in una stanza dedicata interamente ai ricordi. Le sue fans gli sono state di grande conforto nel momento della disperazione, dopo il terribile incidente che lo aveva inchiodato senza speranza ad una sedia a rotelle, e gli hanno dato la forza interiore che Franco trasmetteva ai suoi familiari: la moglie Stella Macallè, che aveva conosciuto nel 69 (scomparsa di malattia nel 94), e le figlie Stellina e Luna.
Franco amava il gioco del calcio, e prima dell'incidente aveva giocato regolarmente in alcune squadre: la Vejana, la Tomba di Nerone e l'Epiro; proprio nell'ultimo campionato era stato il capocannoniere. La passione per il calcio gli era rimasta anche dopo l'incidente, ed ogni domenica si recava allo stadio a tifare per la Lazio, dove aveva molti amici, anche fra i giocatori.
Niente più cavalcate in riva al mare col suo cavallo Folgore, niente più pesca subacquea nel mare di Lampedusa, niente più partite di calcio, il suo sport preferito, niente più... 
Ora se hai una mezzora e, spero che l’abbia! Ti faccio leggere tutto quello che ti ho scritto ieri, va bene! Avendomi perso una buona parte della sensibilità, non voglio pensare che sia successo pure a questo cavallo di battaglia la cosa si fa complicato e tu non puoi venirmi a dire che non capisce il mio linguaggio è semplice se s’intende! Bene!
Grazie a te e tua figlia per non dimenticare il fusto della casa nel nome di chi ci mette tutti nel sacco e questo glielo può chiedere a Mimmo tuo marito l’uomo che non ha bisogno di farsi simpatico già lo è stato così come noi continuammo a esserlo per lui. Tua figlia mi ha trasmesso molto che è poca cosa descrivere l’emozione di quei ricordi nascosti dentro qualche parte del nostro cuore. E’ un ottimo sentimento sul tema: "Il valore delle amicizie e della famiglia e non è mancata immaginare la musica che pure non ci stava al momento che chattavamo ma le parole che entrambi abbiamo scritto, erano note vere che solo il cielo poteva darci l’ascesa in terra con la trasferita terapia dei sentimentali". Il sottoscritto è intervenuto chattando con tua figlia che ha fatto il resto scrivendo e, non ricordo per niente di svolgere delle considerazioni sul tema. Molto interessante. Comunque per capire meglio basta che vai sul sito di tua figlia e capirai il momento magico vissuto in quegli attimi fuggenti se questo non è amore umano, ditemi insieme a tuo marito e figlia cosa è se non una persona. Digli a loro come se parlassi a me é una cosa indescrivibile, oppure soltanto quello che abbiamo sopradetto. Ora lo so, siamo accomunati da tutte queste cose io in particolare ho questa passione per la lettura e scrittura da leggere e scrivere perciò ti lascio i migliori saluti cordialmente scritti.
   Ciao Lucia sta volta la lettura è stata per me un modo per ricercare i sogni assopiti di tutte quell’immagine che a pensarci è un modo per affermare lo strapieno sistema a romanzare. A te piacevano assai se non ricordo male? Fin qui quindi -Ti chiede di rimanere tale e quale alla foto che hai messo in bacheca.
                                      Ci piace il tuo sorriso.
Dalla sicurezza e simpatia che emette la foto, si può benissimo romanzare un po’ e, fare a meno di comprare la bella parola:
                                                    “cornice”.
Volendola tenere in questa bacheca piena di notizie – valorose - e già dal silenzio stesso che è miglior parola quando non si ha niente di meglio da incorniciare, prendiamoci questo bene credimi. Il congiuntivo non ha bisogno della doppia romanzata ma di questi due punti avanti-messi perché: resta il valore di questa lettura che appresso giudicherai emettendo verdetto. Sei una professionista su questo campo io non ho dubbi. Fin qui quante volte sono stato preso e coinvolto a leggere Franco Dani e Franco Gasparri indimenticabili amici di Sandro Giacobbe….e canta insieme a questa registrazione che ho conservato Mi, hanno fatto innamorare gli occhi verdi di tua madre…e queste parole si confondo con le mie che scrive all’anima vezzosa sulla voce di chi non c’è, l’ha questo meraviglioso…simpatico…bello…talentoso…un’artista completa.
Per il silenzio io canto rimembrando e, come: metti-ci tu le parole, i sai sicuramente non puoi aver dimenticato e non essere soltanto simpatica ma sorridente di come ci vediamo in fotografia. Non cercare di somigliare a quelle belle facce brave, non è la mia sorda e mutata foto che ha tanta emanata l’invariante voce che resta com’è nella loro canzone ma la tua che vedo quotidianamente in facebook dentro la bacheca degli amici in comune.  Certo che: non ci somiglia per niente alla mia sanguigna bocca sta punteggiatura non va così che voglio fare le cose; perciò torniamo alla tua foto che dando sicurezza mi apre il cuore alla misericordiosa e santa donna che è mia moglie. Mi sopporta ancora…
    Bene, cominciamo a ricordare l’amicizia per romanzare un po’ che ne dici…più sincera che bugiarda non può essere. Il signore è stato e lo è di questo modo non frega la persona. Non ha mai fatto lo stronzo almeno io non ho mai letto cosa di questo genere. Tanto che diamo l’occasione a tutti gli interlocutori di chiedere risposte facendo domanda alla propria anima. Bene, allora scriviamo da sognatore e così facendo diciamo…Dicendo con le parole degli umani l’essenziale. In realtà tanto da avvicinare...come questo pensiero. Il meglio della sua natura… Vale a ricordare sempre… per non travisare.

    Non travisando le parole - il sogno più bello che mai più sarà scritto; e resterà per me la prima conservazione dolce fatta con i cuori puri di spirito. Così che brilla oggi il cuore mio. Nel farlo voglio penetrare entrando da quella stella del sognatore. Quale emana così calore riportando a sé questa meraviglia che spero, hai già intonato. Dichiarando tutta la verità capisci che non sono delle cantate ma decifro la mia semplicità nel farti conoscere meglio la persona che tu addici poeta. Detto questo, conosci l’anima di ceto inferiore ma non perché tradisce questa purificazione. I maestri di letteratura contemporanea mi hanno insegnato che a volte è meglio che si spoglia l’altar minore che…e vestire la maggiore. Digli il meglio umanamente esprimiti come tu ricordi l'uomo e attraverso questa parola lavora, esercitando in ogni occasione  esercitando in ogni occasione la solidarietà e canti pure:

Gli occhi di tua madre (1976) (Avogadro - S.Giacobbe - D.Pace)
Piove da qualche minuto
ti guardo e mi sento sfinito
mentre non riesco a spiegarti che cosa mi è capitato.
Era una sera normale
ti ero venuto a cercare
non c'eri però con tua madre mi misi a parlare
e quando l'ho avuta di fronte che scherzo
mi han fatto gli occhi miei
credevo che fossi tu ed era lei
poi mi sembrò naturale guardarla così come
guardo te perché sei uscita, perché?
Mi hanno fatto innamorare
gli occhi verdi di tua madre
il sorriso di un tramonto
dove ci si può specchiare
i tuoi passi all'improvviso
e un tuffo al cuore immenso
...se ci penso...
la pioggia continua a cadere e tu continui
a non parlare
hai l'aria di un cigno che muore, la vittima
la sai fare
di certo non è quel sospiro che può cancellare quel che sei:
tu rimani tu, e lei è lei
non è colpa mia se mi piace
ogni cosa che rassomiglia a te
adesso hai capito perché...
Mi hanno fatto innamorare
gli occhi verdi di tue madre
il sorriso di u dove ci si può specchiare
i tuoi passi all'improvviso
e un tuffo al cuore immenso...
Mi hanno fatto innamorare
gli occhi verdi di tue madre
un sorriso di un tramonto
dove ci si può specchiare
i tuoi passi all'improvviso
e un tuffo al cuore immenso
se ci penso...
se ci penso...non tramonto


Grazie Lucia non lo sai ma è una verità che trasforma l’anima indispensabile, so di poter andare in vacanza ma…a guardare la tua immagine fotografica risponde al sorriso vivente del Santo che combatte ogni male e poi tu ci vai quasi tutti gli anni per riflettere c’è tempo in Monte Santangelo. Della sua Amica Anna. La mia palindroma già c’è! Per il camposanto, non per il paese d’origine. In altre parole per quell’amicizia. Qual è venuto meno e come ricorda tua figlia, ne avevo già pochi. Ora bisogna togliere un dito dalla mano che gli contavo. Tu mi vieni a ricordare come fa quella santa di mia moglie, ancora a sopportare l’uomo. Quale osa ancora vivere di quell’immagine santa; anche se siamo accomunati da queste cose.- La passione per la vacanza, il ballo, la lettura e perché no la cosa che più ci piace. Mangiare insieme e se ci penso, vedo te che leggi i romanzi d’amore, ti piacevano tanto che venivo anch’io coinvolto a leggere e forse e per questo che sono rimasto sentimentale e superfluo per le cose che ama mia moglie l'amicizia per chi pensa solo al lavoro anche questo ci deve stare per continuare ad esistere perché vivere, non basta ad Anna. Cordiali saluti.
Per te sono stati un’esperienza bella e indimenticabile quei giorni vicino ai figli. Per me meglio non scrivere ho dovuto lavorare mantenendo e curandolo il primo figlio. La fortuna è stata quella vicinanza…che meglio non scoprire gli altri. Di fatto si potrebbe scrivere di quell’esperimento romanzato, ma non verbalizzato per bisogno e per cultura. Qual è stata la differenza più forte in quel momento. In particolare fu mia cognata Lucia a fare la grande donna differenziandosi dalle altre famiglie. Fu lei a prendersi cura di Pino Massimo. Non sapevo più che fare è stato il fato a mandarmela a casa quando io ero fuori dal domicilio. Fin qui si capisce la minaccia di quando mia moglie lavorava fuori. Io ero l’unico che potevo tenere il bambino. Rispondere a questa esigenza è stata molto pesante per me che dovevo cucinare, pulire la casa e, andare a lavorare. E’ stato un periodo che affianca la nostra abitudine di leggere con passione i romanzi magari è bello raccontare. Di quest’uomo e, non vivere quell’esistenza che pure è buona fare tutta quell’esperienza. Della casa posso raccontare il primo episodio, solo per sentirmi vicino alle donne che amo più della mia stessa esistenza e a questa categoria di persona che voglio dedicare il pensiero unico. Qual è questo sentimento libero che scrive: facendolo vivere da solo la cosa dopo una ventina di giorni nel primo mese che mia moglie si trasferiva a lavorare a Como. Io restavo con mio figlio; allora avevamo solo un Pino Massimo.
Ogni tanto sono disturbato dalla famiglia e, di questo poco spazio che abbiamo per tempo riprendo il caso che ho lasciato di scrivere.
È perché Pino…"Ha chiesto" a me un paio di centinaia di Euro. Dei qual deve finire di pagare l’operaia. Non potevo dirgli di no; e tu questo lo capisci - perché - avete avuto pure voi questi problemi di pagamento. Bene! Confidando il tutto ricomincia a scrivere.



Torniamo a noi, dove eravamo rimasti sì! Ci stava solo un figlio; e tanti erano i problemi che sono molti i racconti. Così con quell’unico scopo che aveva per raccontare la cosa: succede come sempre d’esagerare.  Un giorno in uno spazio che avevo furbamente preso…vale a ricordare che ho rubando quell’ora di lavoro al padrone no! All’istituzione si…Detto questo: mi sono messo a lavare la roba. Quale avevo accatastato nel primo periodo che bella questa parola… Non feci in tempo, però, di risciacquare e lasciai tutta la biancheria bagnata - dentro la vaschetta-.
Lo rilevo per farti leggere il conciso e per di più l’ho intrinsecato scrivendo la massima. Qual: in quel tempo facevo due turni. Lavoravo la mattina fino a mezzogiorno; e il pomeriggio fino alle sette di sera, qualche volta anche le otto si facevano. Allora cosa succedeva? Ci stava poco tempo per lavarmi gli indumenti. I quali facevo: accumulavo tutto e, non stipavo ma lasciavo dentro una grande vaschetta, la roba- tenendola a bagno-.
Un’altra interruzione e non è passato neppure il tempo per pensare alle nostre vicissitudini che già è ritornato Pino e mi ha chiesto la cortesia di utilizzare il computer per scrivere e stampare una fattura.
Bene! Ricominciamo e spero di tenere il ritmo di prima, anche se molte cose ormai non usciranno più come volevo; ma va bene così. Importante e che ci siamo ancora. Andiamo a rileggere l’ultimo pensiero prima del distaccato tempo che usiamo al meglio la cosa. Non ti dico la puzza che emanava fuori quando aprivo il bagno. Tu forse queste cose le puoi capire ma un uomo o una donna che malapena sa lavarsi i denti. Non credo che capirebbe la frase adottata per dirla tale. E’ stata una cosa come l’abbominevole uomo delle nevi e, questo cadeva su di me. Di fatto non mi accorgevo più di niente. Il tempo era poco le cose andavano fatte al meglio e allora un pomeriggio ancora una volta ci provai ma nulla è successo - se non quello di…e non posso scrivere la cosa perché mi vergogno tanto. Di una cosa però la posso affermare ed è quella che quando ho finito…. E, smettendo di lavorare la sera sono tornato subito a casa. Non puoi neppure immaginare cosa ho trovato. La sorpresa dell’inaspettata e in………..aspettata donna. Di più devo scrivere. Trovai in casa mia cognata Lucia. Quale donna ha preso tutta la roba…e, ripeto puzzava fino ad arrivare ancora qui, nel naso e chiuditi le narici per il tempo che finisco questo pensiero puzzolente e pieno di che conviene ora respirare altrimenti se non ciò rimesso la pelle allora muoio adesso asfissiato o senza respiro che dici. Non è una poesia e la scritta che ti fa riflettere come hai appreso tu! Ricordandomi che, ormai i figli son fatti grandi siamo più liberi ecc.E’ che, non vivi diversamente, perché non ci sono più i piccoli corpi, quali ci girondolano intorno; e per la libertà che ci prendiamo. - volendo con forza arrivare- a prendere la cosa. Qual più ci piace o che vogliamo dare agli altri speranzati bimbi. Dici bene che, non ci sono vincoli di orari per te ma io che più ci penso alla tua, settimana pesante, non credo che possa consolarti come la simile parola hai te espresso. Diciamo che ti sei consolato girando intorno più alle parole che per il pomeriggio di sabato. Un sabato inventato fa pure bene specialmente se ti presenti in quella specificata zona preannunciata SPA, e arrivava un altro giorno non la domenica ma il venerdì. Poi più niente solo un saluto con la buona notte...Bene! Di me penso che sia arrivata l’ora di andare a preparare la tavola se vogliamo mangiare ed è già l’una da te si sono già mangiati il pasto vero.

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