Il prescelto
C'era una volta un re molto felice, viveva in
serenità e governava con giustizia. Un
giorno passeggiando per gli ampi corridoi, del suo castello fu avvicinato da un
proprio fedele, “suddito”. Quale come tanti altri avevano il compito di
vegliare su ogni parte del suo regno. Il
fedele suddito; gli comunicò che purtroppo nel paese, qualcuno fra la
popolazione, aveva cominciato a mettere zizzania, fra loro dicendo, e,
spargendo menzogne sul re e sul suo operato. Il re però non si preoccupò più di
tanto anche se conferì con i due i suoi figli informandoli della cosa. Il tempo
passò e il problema da piccolo diventò grande. Il re si adirò per questo; e
siccome aveva grande potere, sia fra il popolo, sia sulla natura, decisero pur
amando molto il suo popolo, di punirlo. Mandando sul suo regno terremoti e
inondazioni affinché il popolo capisse cosa era una giusta ed equa obbedienza e
rispetto. Il brutto periodo passo e il re: con i suoi figli Andarono in visita
da tutto il proprio territorio e regno, e vedendo la morte e desolazione che
aveva portato promise che tutto ciò non sarebbe più accaduto. Passarono gli
anni e il popolo dimenticò l'ira del re e ricominciò a non rispettare più le
sue leggi, a parlar male di lui e a pensare con cattiveria ad una rivolta. Il
re che era giusto nelle sue cose non voleva più portare morto e, dolore, oltre
tutto lui l’aveva promesso, esso, quindi doveva trovare un'altra soluzione,
“pensando a tratto”. Il re nella sua gran saggezza convocò i figli e gli fece una
domanda, gli disse chi di voi due mi farà la migliore proposta per risolvere
questi problemi sarà beato e sederà insieme con me sul trono. I due fratelli
allora investiti da questa gran responsabilità cominciarono a pensare, e dopo
qualche giorno andarono dal padre ed esposero ognuno il suo piano per salvare il regno e il
popolo. Il primo disse "Padre conoscendo il nostro popolo e vedendo
l'iniquità la rabbia e il rancore, nei tuoi confronti, vorrebbero che tu mi
dessi tutto l’esercito, così che io possa mettere, le città a ferro e, fuoco
per ristabilire l'ordine e l'obbedienza". A questo punto il padre si
soffermò a pensare un attimo e poi chiese all’altro figlio di esporre la sua
idea. Il figlio cominciò a parlare dicendo "Padre scelgo io per loro, vorrebbero
una benedizione per me e il popolo, e con il tuo sostegno, andare fra loro e
proclamare la verità. La tua giustizia e il grande amore per loro, sarà
necessario. In nome tuo mi esporrò alloro giudizio. Il re chiese tempo e disse
ai figli di attendere qualche giorno. Trascorsi due giorni il padre li
riconvocò e gli comunicò la sua decisione. Decise per la seconda idea
dell’altro figlio ne fu felice, mentre il primo in cuor suo nutriva un
sentimento d’invidia e gelosia. Così il prescelto partì e andò in mezzo alla
sua gente portò con se doni per i più bisognosi. Aiuto a chiunque incontrava.
Gioia e felicità a tutti. Fin qui prova il fratello con malefico intento andò
anch'egli fra il popolo affermando che, il re era malvagio. Quale aveva mandato
il figlio per ingannarli per accecarli nello spirito e renderli schiavi delle
idee del re. Molti cedettero al prescelto, ma molti di più accedettero
all'altro. Stingendo le mani; e quindi fu conteso fra il popolo. In ogni caso
sente che, purtroppo fra i moltissimi dei quali non cedettero al prescelto
c'erano i governanti delle città e quindi fu incarcerato ed esposto al giudizio
dei rappresentanti del popolo, gli stessi uomini. A niente servirono le prove.
Il quale prescelto portò a niente. A nulla servirono le parole di bontà e amore
che disse; perché fu condannato a morte come mentitore e uomo contro il popolo.
A questo punto il prescelto, chiese con l’unico pensiero e parola aiuta al
padre; ma egli per salvarlo avrebbe dovuto
portare distruzione fra il suo popolo e aveva promesso di non farlo mai più. Il
figlio capì e disse "sia fatta la tua.volontà padre" e non aggiunse
più niente cosciente del suo destino. Il giorno dopo fu giustiziato Il re,
nell'attimo della sua morte, venne un gran silenzio, egli mormorò solo parole
d'amore per chi lo ucciderà. Il cielo si scurì vennero le tenebre e la terra
furono scosse. Furono segni inequivocabili che il prescelto diceva il vero. La
gente si pentì e fra il popolo il prescelto diventò un eroe. Un simbolo, a
ricordo del sacrificio del prescelto che" morì in amore per il padre e per
il suo popolo. La qual, grazie al suo sacrificio fu salvato per sempre dall'ira
del padre e la dannazione del malvagio. Azioni quotidiane Si usano ricordare
che a Natale lì s’è più buoni, noi crediamo che si senta di più lo spirito del
Signore e che il cuore s’intenerisca. Vorremmo che fosse natale, tutto i
giorni; affinché il mondo capisca, cosa è bene e cosa è male. Qual è lo scopo
della sua nascita e della propria morte soprattutto che è lo scopo della
vita. Amiamo il signore e cerchiamo di
essere sempre degni di Lui. Vi lasciamo
tutto questo nel nome di nostro Signor Gesù Cristo. Amen
Nessun commento:
Posta un commento